97. Futuro prossimo venturo: un micro argomento filosofico

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Ha perfettamente ragione, la dott.ssa Silvana De Mari  (detto tra noi: ormai è un’abitudine)

D’altra parte chi resta legato all’evidenza incontrovertibile, ha gioco facile.
Logico, dunque, che sia così.

E si capisce perché il suo discorso medico (e di conseguenza anche antropologico) venga censurato e da più parti si dannino l’anima per zittirla, silenziarla, schernirla, farla apparire come una sorta di anti-scienziata “integralista cattolica” come oggi va tanto di moda apostrofare l’interlocutore, quando non si sa cos’altro dire. (A proposito, ecco un video imperdibile: guarda qui)

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Ma veniamo all’argomento.

Il punto è: perché censurare? Perché risulta oggi intollerabile non solo dire la verità ma perfino esprimere un concetto, rimarcare un’evidenza, o addirittura affermare una propria opinione personale?

Non è strano che nell’epoca della “post-verità” (ne avevo parlato qui) ci siano posizioni intollerate? E quindi degli intolleranti?

Non dovremmo trovarci nell’epoca delle libertà, del trionfo della comunicazione, dove chiunque è autore ed editore al tempo stesso, delle infinite e sempre cangianti possibilità di esprimersi, di dire e di essere, ciascuno, come gli va?

Non è strano che nell’epoca in cui ognuno può addirittura scegliere il proprio sesso (cosa impossibile, non sorridete, lo so anch’io che medico non sono: al massimo si tratta di un camuffamento esteriore, ma tant’è, appunto: chi se ne frega? si tratta di percezione e di auto-percezione, come il sommo dio-Relativismo insegna) … ebbene, non è strano, dicevo, che a qualcuno sia vietato di dire la propria?

A questa domanda in molti hanno già risposto, esaurientemente.

E’ logico e perfettamente consequenziale che sia così: perché si tratta di una finta libertà.

Sì, signore e signori: avete letto bene. Siamo nel momento della massima schiavitù. E nemmeno quelli che l’hanno capito sono liberi: perché uscirne non è affatto facile. Mica siamo all’epoca dell’Ellenismo. Mica basta rifugiarsi in sé. Chiudersi, è impossibile. Ed ingiusto. Così come è sempre stato: ci sono i figli, c’è il loro futuro. C’è un Seme da depositare, perché sia conservato. E dia frutto. A suo tempo.

Dunque, tornando all’argomento, le cose stanno così: quello che l’Impero vuole è con-vincerci. “Siete liberi“, ci viene detto. Sussurrato, sottinteso, ma la realtà è un’altra: nel mentre, la libertà si riduce sempre più a banale scelta tra opzioni diverse, sempre nel e di consumo. Perché sempre di mercato, si tratta. Sempre di Impero economico, di potere, di sottomissione, di controllo. Che altro vuole se non accrescere la propria potenza. Ah, sì: il vecchio discorso della volontà di potenza. Ah, Wille zur Macht, mia bella prediletta idea nicciana. Come stai bene, applicata qui, adesso, all’aristocrazia cieca, post borghese, post capitalista, post-tutto. Vien da dirla così, dai approssimiamo pure:

l’Impero della volontà-di-potenza

… ecco come lo chiamerei. E va da sé che la sua volontà non può tollerare la tua.

E quindi?

E quindi cosa: l’argomento è chiuso. Ecco perché censurare: perché nell’epoca del Relativismo, della verità-fai-da-te, è fatalmente il più forte a decidere che cosa è vero e che cosa no. E, batate bene, NON parlo degli omosessualisti, dei fanatici del gender e compagnia bella. Questi sono marionette. Sì, m a r i o n e t t e. Il punto di forza dell’Impero è agire dietro le quinte. Hanno creato una casta di intoccabili, una black list di gente da sputtanare perché hanno osato difendere il proprio libero pensiero, cose che non si possono dire, pensieri che non si possono pensare, religioni, fedi che dovranno scomparire. Per lasciar spazio all’Impero.

Toc toc: ci siete? Leggete qui cosa scrive Marco Tosatti: secondo il funzionario ONU, Vitit Muntarbhorn:

ci sono alcuni diritti assoluti, ma ce ne sono che non sono assoluti”.

Fra questi ha posto la libertà di espressione e quella religiosa, che possono essere limitati, se necessario. Si può pensare, per quanto riguarda il cristianesimo che il riferimento sia ai passi della Bibbia che condannano l’omosessualità, fra cui il brano della lettera di San Paolo ai Romani che appare particolarmente severo. Voi dite: ecchessaràmmmai. Ah, niente di che. Solo un passo, ulteriore, verso l’obiettivo finale: tacere. Silenziare. Il mondo perfetto dell”Impero: tutti zitti, a lavorare e a consumare. Essendo, ovviamente, consumati.

Il tutto passa attraverso una numerosa serie di “cavalli di troia”: dalla lotta per i diritti LGBT, alle guerra contro le Fake News, alla neo lingua dilagante (diceva qui sopra la De Mari: non donne, ma “persone” incinta?) Ma siete impazziti?

No, credetemi. La psicosi ad alto tasso di contagio è solo un mezzo induttivo per accelerare la conquista dell’Impero. Niente di che, in sé. Basterebbe riaprire i manicomi. Ma non è questo, evidentemente, il punto.

Il fatto è che il Nichilismo, fratello del Relativismo, braccio destro e sinistro dell’Impero, sa perfettamente vuole arrivare: a definire il nuovo modello di uomo.

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Un uomo de-potenziato, de-privato, fino ad essere ridotto ad nulla transitorio, che era è e sarà un nihil, completamente manipolabile. Una volta spazzata via ogni resistenza e ogni balzana idea di diritto naturale.

Fine del discorso.

Anci, no: volete ancora due righe?

Eccole.

Dateci un attimo: il Relativismo promette ciò che di fatto nega, così come di fatto nega ciò che afferma.

Nega che esistano assoluti, immutabili e verità, affermando però di essere esso stesso verità immutabile ed assoluta.

La sua promessa di libertà illimitata et fluttuante è un tradimento implicito, nella misura in cui per imporsi, il Relativismo esige la fine di ogni struttura-strutturante e di ogni verità immutabile, prima delle quali che l’uomo è libero. Sono infatti gli immutabili, di cui le istituzioni sono ombra imperfetta ma indispensabile, a garantire la libertà dell’individuo.

Una volta affermato che non esistono verità assolute, ne consegue necessariamente che non può più essere assolutamente vera nemmeno la libertà dell’uomo.

Men che meno sarà possibile un’autentica libertà di critica, del Relativismo stesso come dei suoi figli minori.

E questo per un motivo molto semplice: il Relativismo non solo non funziona, ma è nemico dell’Uomo.

Il deserto che produce, affermandosi, si presenta in realtà come campo aperto, indifeso, facile terreno di conquista per il più forte.

Vi stupite ancora, che qualcuno sia censurato?

Fate la prova del nove: chi, viene censurato?

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Alessandro Benigni, Note Minime, Febbraio 2017

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