Essere, da un altro punto di vista …

εἷς ἐμοὶ μύριοι, ἐὰν ἄριστος ᾖ

uno per me vale diecimila, se è il migliore

Eraclito, fr. 49 DK


“Adesso sono in mezzo ai vivi come il ramo nudo il cui secco rumore fa paura al vento della sera. Ma il mio cuore è gioioso come il nido che ricorda e come la terra che spera sotto la neve. Perché so che tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il Cielo ne sia lodato!) non è la nostra”. – (O. V. Milosz, Miguel Mañara)


Non ho imparato granché, dalla vita

Non ho imparato granché, dalla vita

Eppure ho vissuto tanto.

Ho provato tutto quello che potevo, anche quello che non avrei dovuto.

Ho imparato che il buon Dio si trova proprio là dove non Lo cerchi.

Ho imparato che il dono più bello è l’amore dei tuoi figli.

Ho imparato che l’amore è obbedienza, fatica, dedizione, sacrificio.

Ho imparato che le cose belle sono difficili.

Ho imparato che tra tutte le cose che potevo scegliere, ho sempre e solo sbagliato.

Ho imparato che se – e quando – qualcosa va bene, non è merito mio.

Ho imparato, come diceva Proust, che certi odori si fissano nella memoria, e quando li risenti è come se il tempo si fosse fermato.

Ho imparato che la mia memoria è potente, quanto pesante è il suo fardello.

Ho imparato che i ricordi, troppi ricordi, fanno male.

Ma non voglio perderli.

Ho imparato che alle feste si sta meglio prima che durante e dopo.

Ho imparato che degli altri m’interessa poco: uno solo, per me, vale come centomila: proprio come diceva il vecchio Eraclito di Efeso.

Ho imparato quanto guarisce la Preghiera.

Ho imparato che le cadute, la sofferenza, gli errori pagano: solo se. Solo se.

Ho imparato che quelli che mi mancano di più, non potrò rivederli. Non a breve.

Come diceva Fellini: anch’io ho imparato che se ripeti una parola tante volte, all’improvviso perde di significato.

Ho imparato il valore delle regole.

Ho imparato a dare valore alla mia disciplina, alla mia volontà, alla mia forza interiore: forse le uniche qualità che possiedo.

Ho imparato che leggere tanto non serve: quello che serve è vivere. E vivere bene.

Ho imparato che suonare la tua musica è meglio che ascoltare quella degli altri, anche se sei scordato.

Ho imparato che il dolce ha senso solo dopo aver assaporato l’amaro. E viceversa.

Ho imparato che la mia età è sempre quella giusta: perché ho un compito da portare a termine.

Ho imparato che chiamare le cose con il loro nome è importante.

Ho imparato a chiedere perdono.

E ho imparato a ringraziare.

Non ho imparato granché, dalla vita.

Ma quello che so, mi basta.


La logica, la sua determinazione nella vita.
Anzi per la vita.


Non credo che servano altre parole: un bel video, lo consiglio!



“All’umorista non verrà mai in mente di far comunella con il suo pubblico, neppure nel momento più sfrenatamente allegro. È solo il buffone che strizza l’occhio alla platea o al lettore per prendersi confidenza e cercare l’applauso, sempre pronto a tradire e a piantare vilmente in asso anche un personaggio da lui stesso ideato, creando così una mediocre atmosfera intellettuale, la sola in cui è in grado di operare”. – Arthur Schnitzler, Il libro dei motti e delle riflessioni, 1927


“La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli”.


Alcuni miei scritti, orientati allo studio e/o all’approfondimento (per studenti del Liceo)

Disponibili su Lulu.com e su Amazon, in formato cartaceo o ebook