L’unione tra un uomo e donna è un bene per la società

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Il docente di Giurisprudenza presso l’Università di Princeton, Robert George, il docente di filosofia presso la stessa università, Sherif Girgis e il docente di Scienze politiche presso l’Università di Notre Dame, Robert George, hanno pubblicato uno studio sul matrimonio -su “Harvard Journal of Law and Public Policy”, una delle riviste giuridiche statunitensi più importanti-, in cui affermano che l’unione tra un uomo e donna è un bene per la società, mentre il riconoscimento di quello omosessuale è una minaccia. Lo hanno dimostrato senza appellarsi a nessun argomento teologico. Ciò che lo rende un bene in sé è il suo orientamento intrinseco alla procreazione e all’educazione dei figli. Le tradizioni religiose, affermano, hanno solo riconosciuto quella che è un’istituzione naturale. Il matrimonio, infatti, è una pratica sociale la cui base può essere compresa dalla ragione umana comune, qualsiasi sia la nostra tradizione religiosa. Fanno notare che non c’ènessuna discriminazione nel non riconoscere le coppie omosessuali, così come non c’è discriminazione nel non riconoscere con la legge le unioni aperte, temporanee, poligamiche, incestuose o animali. E’ vero, l’incesto può generare bambini malati, ma perché lo Stato non dovrebbe riconoscere l’incesto tra adulti sterili? Il matrimonio implica un’unione completa tra gli sposi, anche l’unione fisica degli organi ma gli omosessuali non hanno nessun organo da unire, dunque la loro unione non può essere matrimoniale se per matrimoniale si intende l’unione completa e quindi anche organica. Il matrimonio, spiegano, è l’unione completa di due persone sessualmente complementari che consumano la loro relazione in un atto che è di per sé generativo. Inoltre, data la tendenza della relazione matrimoniale alla procreazione non sorprende che, secondo le più accessibili e migliori evidenze sociologiche, i bambini raggiungono i punti più alti negli indicatori di crescita sana quando sono educati dai loro genitori biologici. Il matrimonio omosessuale influisce negativamente su quello eterosessuale in quanto abolendo il concetto coniugale di matrimonio si indebolisce l’istituzione sociale del matrimonio, oscurando il valore della genitorialità di sesso opposto e minacciando la libertà morale e religiosa. Inoltre, riconoscere un’unione in base a un sentimento emotivo tenderà a far crescere l’instabilità coniugale e indebolire l’aspettativa sociale che si ha sul matrimonio significa rendere più difficile ai coniugi il compito di attenersi alle norme del matrimonio naturale. La cosa fondamentale è poi l’oscuraramento del valore della differenza sessuale dei genitori, la quale è ampiamente dimostrato dalla medicina e dalla sociologia essere la migliore per la crescita della prole. L’affermazione omosessualista di riconoscere una relazione romantica non tiene: se l’unione tra due uomini deve essere riconosciuta sulla base dell’amore romantico, perché non dovrebbe essere riconosciuta anche quella tra tre uomini? Non si può nemmeno riconoscere le unioni omosessuali come matrimoniali sulla base di ciò che causa l’omosessualità, come una tendenza genetica secondo alcuni. La bontà del matrimonio naturale e il suo apporto al bene comune, concludono gli studiosi, possono essere compresi, analizzati, e discussi senza argomentazioni teologiche.