Miracolo a Parma: bambini nascono da genitori dello stesso sesso

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Ormai senza troppo stupore, registriamo un nuovo miracolo della psicosi gender, questa volta a Parma.

Psicolandia estende così i suoi confini, ampliando il territorio fino alla ricca e (poco) ridente città emiliana:

 

Pizzarotti, “su adozioni non temo Salvini, no a bacchettate ignoranti“.

Roma, 23 dic. (AdnKronos) (di Ileana Sciarra) – Quattro atti di nascita per altrettante coppie di genitori omosessuali freschi di firma, “io non l’ho fatto contro qualcuno o per protesta: la famiglia è dove ci sono persone che si vogliono bene, al di là del sesso“. Lo dice il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, presidente di Italia in Comune, in un’intervista all’Adnkronos. Alla domanda se non tema le ‘bacchettate’ del ministro dell’Interno Matteo Salvini, da sempre contrario alle adozioni ‘arcobaleno‘, “spero non siano così ignoranti da voler bacchettare – replica Pizzarotti – ma io non ho tolto nulla a nessuno. Per me è giusto che queste famiglie abbiano gli stessi diritti, senza toglierne agli altri. E’ questo del resto il bello dei diritti: puoi darne senza toglierne. (link

 

 

Il solito mantra: la famiglia è “dove c’è amore”; chi condanna utero in affitto e compravendita di bambini è “ignorante” (sic.!); i bambini non hanno alcun diritto ad avere padre e padre: i soli diritti sono quelli degli adulti.

Eccetera, eccetera, eccetera.

 

 

A Pizzarotti, in breve, facciamo notare che:

 

1) Il diritto naturale del bambino ad avere un padre è una madre è evidente e non ha bisogno di giustificazioni: è scritto nel suo DNA, è così che viene concepito, senza un uomo e una donna, dunque senza un padre e una madre nessuno viene al mondo. Chiunque è figlio “di” un uomo e una donna e ciascun padre o ciascuna madre è genitore “diquel bambino. La preposizione “di” indica appunto una co-appartenenza, un complemento di specificazione relativo al possesso, che risponde alla domanda “di chi?” ed indica in questo caso la provenienza (γένος – ghénos), la relazione originaria che fonda l’essere umano.

 

Come se non bastasse, il tutto è stato fissato nero su bianco dalla Convenzione internazionale sui Diritti dell’Infanzia:

Art. 7 – Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori e a essere allevato da essi.

 

 

2) Nessuno può nascere da due persone dello stesso sesso: gli atti di nascita così registrati sono una evidente negazione della realtà. E’ interessante (e preoccupante) notare che la negazione convinta della realtà è indice di una grave tipologia di disturbo psichiatrico che si chiama psicosi. La psicosi comporta disturbi del pensiero (come deliri e allucinazioni).

 

 

070605carta.jpgDiceva il prof. Italo Carta (ordinario di Psichiatria e Direttore della Scuola di specializzazione in Psichiatria all’Università degli studi di Milano):

Quando si abolisce il principio di evidenza naturale la mente compensa con squilibri psicotici gravissimi. Per questo pensare di introdurre l’uguaglianza dei sessi come normale significa attentare alla psiche di tutti. Penso poi ai più deboli: i bambini. Se gli si insegna sin da piccoli che quel che vedono non è come appare, li si rovina. Ripeto, pur non essendo solito fare affermazioni dure, dato che gli omosessuali sono persone spesso duramente discriminate, non posso non dire che introdurre l’idea che la differenza sessuale non esiste, e che quindi non ha rilevanza, è da criminali“.

 

Mentre la psicanalista Claude Halmos, una dei massimi esperti riconosciuti in etàclaude-halmos_5121198.jpg infantile, ha spiegato che è sbagliato affermare che le coppie omosessuali sono uguali a quelle etero, e «rivendicando il “diritto alla non differenza” richiedono che le coppie gay abbiano il diritto “come le coppie eterosessuali” di adottare bambini . Questo mi sembra un grave errore […]. I bambini che hanno bisogno di genitori di sesso diverso per crescere». La questione, ha scritto, non è se «gli omosessuali maschili o femminili sono “capaci” di allevare un bambino», ma essi non «possono essere equivalenti ai “genitori naturali” (necessariamente eterosessuali)». In questo dibattito, inoltre, «il bambino come persona, come un “soggetto” è assente». Ed ecco il vero punto della questione: «ignorando un secolo di ricerche, i sostenitori dell’adozione si basano su un discorso basato sull”amore”, concepito come l’alfa e l’omega di ciò che un bambino avrebbe bisogno», non importa se esso arrivi da un uomo e una donna, o da due donne. Ma queste affermazioni, ha continuato la psicanalista, «colpiscono per la loro mancanza di rigore»perché «un bambino è in fase di costruzione e, come per qualsiasi architettura, ci sono delle regole da seguire se si tratta di “stare in piedi”. Quindi, la differenza tra i sessi è un elemento essenziale della sua costruzione». Invece si vuole mettere il bambino «in un mondo dove “tutto” è possibile: dove gli uomini sono i “padri” e anche “mamme”, le donne “mamme” e anche “papà”. Un mondo magico, onnipotente, dove ciascuno armato con la sua bacchetta, può abolire i limiti», ma questo risulta essere «debilitante per i bambini». Essi si “costruiscono” attraverso «un “legame” tra il corpo e la psiche, e i sostenitori dell’adozione si dimenticano sempre il corpo. Il mondo che descrivono è astratto e disincarnato». Nella differenza sessuale, invece, «tutti possono trovare il loro posto […], consente al padre di prendere il suo posto come “portatore della legge […], permette al bambino di costruire la sua identità sessuale».

 

 

3) La famiglia e le “famiglie arcobaleno. Se per famiglia si intende la cellula fondamentale che rende possibile la società umana, allora famiglia è solo quella composta da uomo e donna (per l’evidente ragione che è solo da uomo e donna che si generano i figli, gli individui che compongono la società stessa). Se invece per “famiglia” intendiamo un sinonimo di “gruppo sociale“, allora ogni “gruppo” è famiglia: un gruppo di amici che si vogliono bene è famiglia, una squadra sportiva è famiglia, ma anche una terna o quaterna di poliamorosi è famiglia, e non si vede davvero perché a questo punto non riconoscere che i bambini nascono (e devono stare) che ne so, in una squadra di rugby o in una cinquina di poliamorosi.

 

La famiglia (ed il matrimonio, come istituzione che la regola) non è pertanto riducibile a mero riconoscimento di un generico “amore” (che peraltro può significare cose diverse). Famiglia e matrimonio sono invece le istituzioni che articolano l’unione stabile e permanente dell’uomo e della donna e garantiscono la successione delle generazioni. L’istituzione di una famiglia, cioè della cellula che crea una relazione di filiazione diretta tra i suoi membri, è a fondamento della società e della cultura (e non viceversa). Il matrimonio è l’atto fondamentale nella costruzione e nella stabilità tanto degli individui quanto della società intera: snaturarlo comporta necessariamente un danno sia per gli individui singolarmente concepiti sia per la società nel suo complesso.

 

Come ha osservato il filosofo Diego Fusaro: “La famiglia odierna, quando ancora esista, è disordinata e stratificata, priva di un nucleo e strutturata secondo le forme più eteroclite: dalle gravidanze affidate a una persona esterna alla coppia alle adozioni nelle coppie omosessuali, dalle separazioni sempre crescenti all’inseminazione artificiale. Il fanatismo economico aspira a distruggere la famiglia, giacché essa – Aristotele docet – costituisce la prima forma di comunità ed è la prova che suffraga l’essenza naturaliter comunitaria dell’uomo. Il capitale vuole vedere ovunque atomi di consumo, annientando ogni forma di comunità solidale estranea al nesso mercantile. L’ideologia gender si inscrive appunto in questa dinamica”.

 

4) Dare diritti senza toglierne? Anche di fronte a questa palese negazione dell’evidenza va ricordato che i figli possiedono il patrimonio genetico dei loro genitori: è solo l’unione di genitori unici ed originali, cioè di “quell’uomo” e di “quella donna” che genera “quell’individuo“, unico ed irripetibile. Nessun altro è corresponsabile della generazione che avviene attraverso il concepimento. Altre strade, che escludono questa del concepimento naturale, riducono la generazione a fabbricazione in laboratorio: infatti, come una merce, il bambino viene poi venduto (con regolare contratto firmato da un notaio).

Ma se i bambini non hanno diritto ad avere i propri genitori, perché mai i genitori dovrebbero avere il diritto di tenere i propri figli?

Chi stabilisce che questo legame – che è il primo legame della vicenda umana: quello del sangue – possa essere fatto a pezzi per accontentare i desideri di qualche adulto?

Privare il bambino del padre o della madre (o di entrambi) è forse un’azione che va nell’interesse del minore?

A chi pretende di negare il diritto del bambino ad avere il proprio padre e la propria madre e di cavarsela con un generico “i bambini hanno diritto ad avere qualcuno che li ami“, dovremo quindi far notare che non c’è alcuna sequenza logica tra l’affermazione 1) i bambini hanno diritto ad avere qualcuno che li ami e 2) quindi questo qualcuno può essere anche una coppia di omosessuali che arbitrariamente prendono il posto della padre o della madre, ovvero dei genitori naturali di quel bambino.

E’ ovvio che ogni bambino ha diritto di essere amato, ma questo non giustifica per quale ragione debbano essere proprio due (o tre, o quattro, etc.) omosessuali e non invece i suoi genitori naturali, la sua famiglia, come la natura ha stabilito. Ancora: chi pretende di mettere una coppia omosessuale al posto dei genitori naturali rispetta per caso il diritto del bambino di essere amato? E in che modo?

 

Occorre quindi ripeterlo chiaro e forte: non esiste alcun diritto al bambino. E nessun “diritto” può negare la realtà delle cose: il bambino è della sua mamma e del suo papà, ha bisogno di loro, si co-appartegono.

Nella società fondata sui desideri e sulle allucinazioni del principio di piacere è difficile da ribadire, ma ciò nonostante va ripetuto: nessuno ha diritto ad avere un bambino, basandosi sul solo fatto che “desidera” avere un bambino. Il diritto al bambino non esiste né per gli eterosessuali né per gli omosessuali. Una coppia smaniosa di avere un bambino può decidere di unirsi per concepirlo. Una coppia desiderosa di adottare un bambino può fare le pratiche necessarie. Ma nessuna di queste coppie ha – in ogni caso – un “diritto al bambino” che desidera, per il solo motivo che lo desidera.

E l’adozione serve per ridare un padre e una madre al bambino che li ha perduti. Non per dare bambini a coppie di adulti dello stesso sesso.

 

Gli esseri umani, bambini compresi, sono soggetti di diritto e non oggetto di diritto altrui.

Come si fa a concedere il (presunto) diritto di avere un bambino a due persone dello stesso sesso senza negare il diritto (reale e naturale) del bambino ad avere suo padre e sua madre?

Se per far valere i propri (presunti) diritti è necessario sopprimere quelli di altre persone (adulti o bambini che siano) allora ciò significa una cosa sola: quel tipo di “diritto” è solo prepotenza e non ha ragione di essere richiesto.

Questa mentalità – per concludere – considera l’essere umano (il bambino) come un oggetto di cui disporre, da comprare (e per qualcun altro da vendere, ovviamente): un bambino-oggetto, sul quale avanzare pretese.

 

Queste ed altre, s’intende.

 

 

 

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27 Dicembre 2018