Ci segnalano che perfino Michel Onfray, pur appoggiando i diritti LGBT e il femminismo, ha criticato l’insegnamento della teoria gender (da non confondere con la teoria queer) nelle scuole, sostenendo che sottragga spazio all’insegnamento della filosofia, della lingua e della matematica. In un articolo del marzo 2014 Point ha scritto della «popolare e fumosa teoria del genere (…) della filosofa Judith Butler, che non nasconde l’appartenenza del suo pensiero alla linea decostruttivista». Ha riassunto la sua critica in un intervento radiofonico sostenendo che l’essere umano non è solo cultura, ma anche natura. Egli ha denunciato l’insegnamento della teoria agli studenti, e più in generale un’inversione delle priorità della scuola, spiegandosi poi in molti altri articoli e interviste: secondo lui, la scuola trascura l’istruzione (imparare a leggere, scrivere e contare) e la meritocrazia di base, per la conoscenza educativa (codificazioni, riciclaggio dei rifiuti o la non discriminazione di genere).
In seguito alle polemiche, ha aggiunto anche che la teoria del genere, voluta nelle scuole dal ministro Najat Vallaud-Belkacem, a suo avviso è «pericolosa» e «totalitaria», portando, come esempio dei danni, il caso di David Reimer e l’uso fattone da John Money per dimostrare le sue teorie.
Il quotidiano italiano Il Foglio che lo ha spesso criticato per il suo ateismo, ha invece elogiato le sue posizioni su Islam e teoria gender: «L’ateista Onfray si fa prendere la mano da una sua idea di cristianesimo molto parziale, che coincide con la visione monastica del corpo e della carne. Ma coglie il centro del problema, quando (…) dimostra che la teoria del gender non è che odio dell’eros nascosto da un alibi progressista». [fonte Wikipedia]